La tecnologia Blockchain arrivata con Bitcoin, fu presto individuata come eccezionale non solo nel campo monetario, ma perché applicabile in molti campi che richiedono decentralizzazione, ovvero sottrazione da un controllo centrale. Molti hanno da subito elogiato questa capacità come rivoluzionaria, nel lungo termine, per l’intera società umana, con l’ovvia motivazione della rimozione degli enti centrali o comunque di un ridimensionamento del loro potere.
Una cosa che moltissimi non capiscono a fondo quando si parla di Blockchain, è che questa tecnologia è stata inventata essenzialmente per eliminare potere centrale.
Come database, la tecnologia Blockchain è estremamente inefficiente, lenta e ridondante, avendo lo stesso identico database replicato su centinaia di migliaia di supporti in tutto il mondo. Ma sotto l’aspetto “politico” nulla può batterla, perché garantisce azione diretta da parte dell’utenza ed è incensurabile per sua natura.
Ma allora perché ancora non si vedono siti basati su Blockchain? A distanza di 10 anni dalla pubblicazione della tecnologia, dov’è questa tanto conclamata rivoluzione?
Mentre per iniziare a “codare”, o programmare basta capire la sintassi di un linguaggio e avere un minimo di capacità analitica, per programmare una Blockchain, e successivamente una struttura su di essa è un compito non solo innovativo per qualunque programmatore, ma estremamente più difficile, perché include familiarità non solo con la programmazione ma anche con i sistemi di criptazione o cifratura e con meccanismi di sistema e analitici molto più complessi.
Comunque, finalmente qualcosa si sta muovendo all’orizzonte, e a quanto pare non arriva da grandi compagnie ma dal sottobosco di sviluppatori indipendenti.
Partiamo da Scuttlebutt, un social network simile a Twitter basato su Blockchain (pesantemente modificata).
Scuttlebutt, come anche tutti gli altri network decentralizzati, mira principalmente a due obiettivi: incensurabilità e privacy.
Rimuovendo la necessità di server centrali su cui “depositare” i dati, si ottengono questi due piccioni con una fava. Senza centralizzazione, un server non può essere “tirato giù”, ovvero il sistema diventa incensurabile, tranne che venga direttamente staccato internet, e senza centralizzazione e con cifratura, è praticamente impossibile dire da dove vengano i dati.
Ma a chi serve l’incensurabilità? E a chi serve una privacy totale? Agli hacker? Ai malintenzionati? No, serve a tutti, quando i governi si corrompono a tal punto da diventare un rischio per la popolazione.
La funzione di incensurabilità serve ad esempio quando un governo “spegne” o meglio rende inaccessibile i social media più diffusi, come Twitter e Facebook ad esempio, che la popolazione utilizza come mezzo di diffusione delle notizie per autoaggiornarsi sullo stato delle cose nelle varie parti del paese e per avvisare il mondo di quello che sta succedendo.
La funzione della privacy totale invece serve al singolo per proteggersi da governi e anche da popolazioni con culture oppressive e fondamentaliste, come gran parte dei paesi musulmani. Blogger atei o omosessuali in tanti paesi musulmani devono stare bene attenti a quello che scrivono o anche soltanto a rivelare le loro tendenze. In altre parole, la privacy consente di esprimere il proprio pensiero in paesi che non lasciano questa libertà.
Di recente il Politically Correct sta diventando sempre più stringente, e mentre è indubitabile che in alcuni casi sia legittimo comportarsi in una certa maniera per non urtare stupidamente persone con disabilità mentali o fisiche, la cosa sembra che stia per sfuggire di mano e stia producendo una sorta di autocensura che in tanti casi diventa semplicemente ridicola.
A causa del Politically Correct ultimamente tante persone si sono ritrovate bandite da forum e social media, per il semplice fatto di aver detto la verità, ovvero fatti belli e buoni, incontestabili, giusto per fare un esempio, sulla cultura musulmana.
Il Politically Correct sta portando all’eliminazione della libera espressione su internet, perché internet si identifica sempre di più nei grandi social media.
Ecco perché queste iniziative sono importanti: perché da una di queste inevitabilmente sboccerà il sostituto di Twitter, da un’altra il sostituto di Facebook.
Aether è una piattaforma decentralizzata basata su Blockchain che consente la creazione di comunità. Include servizi di messaging e altre commodity e sembra che lo sviluppo proceda velocemente. TickTack è simile, sempre basato su Blockchain.
Tutte queste piattaforme hanno una cosa in comune: il tentativo di decentralizzare non solo il supporto, ma anche il giudizio sulla persona, ovvero la sua apprezzabilità.
Per fare un esempio: su Facebook un ban è universale.
Se scrivete qualcosa di “sbagliato” in un gruppo o in un vostro post, e qualcuno lo reportizza, e l’esaminatore di Facebook magari è zelante riguardo il soggetto trattato, vi ritrovate banditi. E il ban è universale: non siete banditi solo dal gruppo dove avete scritto, ma non potete più scrivere e basta in tutto il network, potete soltanto consultare.
Questo impedisce qualunque espressione di opinioni “forti” sulla piattaforma, che purtroppo è diventata il punto di riferimento internet della stragrande maggioranza della popolazione mondiale.
È qui che queste piattaforme vengono in aiuto, dando la possibilità a chiunque di creare la propria community o profilo, e scriverci ciò che preferisce. La persona sarà perseguibile comunque dalla legge (laddove identificabile), ma non potrà essere bandita dal social network, se non dopo un accumulo di votazioni negative da parte dell’utenza stessa. Insomma, uno dovrà proprio impegnarsi per guadagnarsi un ban.
Con Bitmessage, anche l’email si avvantaggia della tecnologia Blockchain per garantire agli utenti privacy totale grazie all’assenza di intermediari fissi.
Al momento l’interfaccia del software è ancora molto scarna, come è lecito aspettarsi per software Open Source prodotti da piccoli team come questo, ma il programma possiede già importanti funzioni come l’invio a più indirizzi e la gestione di mailing lists.
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