Gli usi della tecnologia di voto elettronico blockchain sono un argomento al centro di un dibattito internazionale. In Italia, con una risoluzione, il Comune di Napoli ha avviato un gruppo di ricerca per sviluppare questa innovazione futuristica.
Il team comprende due avvocati, due ingegneri del software, un funzionario del Comune di Napoli con una vasta esperienza nella task force elettorale del Comune e un matematico esperto in sistemi paralleli e registri distribuiti.
Un'implementazione tutta italiana, effettuata da un team eterogeneo di volontari, il team e-Voting Napoli a seguito di una delibera del Comune di Napoli, il numero n. 465 del 05/10/2018, che ha istituito un gruppo di lavoro allo scopo di elaborare e proporre obiettivi legati alla tecnologia blockchain, rappresenta un paradigma innovativo di superare i problemi legati al voto elettronico, reso evidente dalle esperienze di precursori stranieri, tra tutti, quelli del Canton Zugo (Svizzera) e in particolare l'Estonia.
La caratteristica innovativa del sistema di Napoli è che utilizza una blockchain senza autorizzazione (Ethereum) ma non attraverso il voto a distanza - che genererebbe problemi noti, in primo luogo sull'affidabilità dei clienti e in secondo luogo sul voto di scambio - ma direttamente al seggio , dividendosi con una chiara pianificazione e scelta metodologica, il momento dell'identificazione dall'esercizio effettivo di preferenza elettorale e registrazione blockchain.
Ciò consente di creare un meccanismo di gestione delle preferenze completamente anonimizzato, poiché l'elettore, una volta entrato nello stand per esercitare il suo diritto di voto, non è in alcun modo attribuibile alla preferenza espressa, che è l'unico dato memorizzato dal sistema.
In questo modo il voto elettronico, non a distanza, ma strettamente segreto, diventa non solo costituzionalmente legittimo ai sensi dell'art. 48, ma anche immutabile perché supportato non su blockchain autorizzato, soggetto, almeno, alla vulnerabilità legata all'unico nodo autorevole a rilasciare le autorizzazioni, ma su DLT anonimo, senza autorizzazione e consolidato come quello di Ethereum.
Un'ulteriore garanzia è anche legata al fatto che il conteggio può essere effettuato, sempre tramite DLT, attraverso una lettura di dati pubblici assolutamente trasparenti. Naturalmente, il problema dell'hardware preesistente nelle sedi del seggio elettorale in cui si sta svolgendo il voto blockchain è certamente delicato.
Sicuramente dovranno essere impostati i "requisiti di applicabilità" dell'infrastruttura dell'applicazione basata su client blockchain, che dovranno necessariamente avere a che fare con sistemi operativi, reti e con il software preinstallato sui computer che li ospiteranno.
Sarà quindi auspicabile adottare solide procedure di "sicurezza in base alla progettazione", in particolare sul server che, come elemento essenziale dell'intero sistema, deve essere configurato in un luogo adatto, da personale addestrato e, una volta blindato grazie alla tecnologia del contenitore , trasportato al posto del sedile.
Laddove una blockchain autorizzata, al contrario, introdurrebbe i concetti di "Fiducia" e "Autorità" in un contesto nato proprio per superarli e che in effetti, con l'aggiunta della stessa, perderebbe credibilità.
Il voto, infatti, non è attribuibile all'elettore e quindi non provoca alcun danno alla persona e al processo democratico; proprio la natura senza autorizzazione del sistema garantisce il rispetto del segreto, della trasparenza e dell'immutabilità, non esiste un'autorità centrale in grado di censurare o alterare il contenuto; infine, la natura aperta della piattaforma consente di verificare pubblicamente l'integrità del sistema di voto.
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