L’Italia si trova in questo periodo storico ad affrontare una delle sue più grosse crisi sociali ed economiche, con una coalizione europea che ha un obiettivo piuttosto chiaro: quello di impoverirla a tal punto da portarla ad accettare la perdita di sovranità (come implicitamente dichiarato da Mario Monti in un’intervista).
In questo contesto troviamo la popolazione italiana, la più ignorante d’Europa, campione di Analfabetismo Funzionale e da sempre dotata, nella sua massa, nel mainstream, di una forte refrattarietà all’innovazione.
Nessuna sorpresa quindi che in queste condizioni una tecnologia rivoluzionaria e della quale comprendere il funzionamento è impresa non facile anche per menti brillanti, sia ancora al palo nel paese.
A testimonianza di questo, Google Trends riporta l’Italia con 22 punti di ricerca (su 100) sul termine “bitcoin” in una classifica globale. In Europa, solamente Polonia, Francia e Grecia fanno peggio.
Non esiste alcun exchange di Criptovalute in Italia, e i pochi lungimiranti ragazzi italiani che vogliono mettersi in gioco nel campo di tecnologie rivoluzionarie devono
rivolgersi all’estero per ottenere finanziamenti.
Sembra che però a livello di conferenze e manifestazioni, l’Italia stia iniziando a recuperare terreno, mentre in altri paesi le cose avanzano da almeno 2 anni.
L’8 novembre 2018 si è svolta la prima “
Crypto Coinference”, conferenza su criptovalute e blockchain di eco nazionale, che ha ricevuto menzione anche dal TG1.
Fino a quel momento, le criptovalute sono state legate a brevi spazi su trasmissioni come Leonardo, o articoli dedicati su testate molto specializzate come il Sole24ore.
Il 15 Dicembre, il Sindaco di Napoli De Magistris ha comprato una pizza pagando in Bitcoin, per introdurre un progetto di “blockchainizzazione” della città che è in via di pianificazione.
La strada da fare è però ancora tanta, ci sarà parecchio da lavorare per recuperare il tempo perduto rispetto ad altri paesi dove si possono già trovare parcheggi e navette dell’aeroporto pagabili utilizzando Bitcoin o token blockchain dedicati.
Per fortuna anche in Italia abbiamo comunque una quantità di menti brillanti specialmente nel campo informatico e finanziario. Le cose sembrano essersi messe in moto in questo secondo semestre del 2018, e ora non resta che sperare che almeno una parte dei progetti avviati arriverà a conclusione con successo, vista la purtroppo tradizionale inefficienza italiana nel condurre a conclusione progetti lunghi e complessi.
È auspicabile un impegno, oltre che sullo sviluppo di piattaforme e progetti a scopo di lucro, anche sui fronti dell’informazione e della capillarizzazione, altrimenti si rischia di finire per creare un mercato… senza mercanti.
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