Quando Cupertino ha lanciato la sua carta di credito, due mesi fa, ha subito chiarito che era "progettato da Apple, non dalle banche", come se volesse prendere le distanze da un mondo ormai obsoleto.
Le banche negli Stati Uniti, in Italia, nel Regno Unito e in altre parti del mondo, sono rimaste dall'inizio nell’ambizioso progetto di criptovaluta di Facebook e persino gli attori che si erano mostrati disponibili si sono gettati nella spugna sotto la pressione delle autorità di regolamentazione di tutto il mondo.
Nel frattempo, nell'attesa evoluzione di Libra, il gruppo di Mark Zuckerberg ha avviato il suo sistema di pagamento, Facebook Pay, che consentirà agli utenti di Messenger, Instagram e WhatsApp di scambiare denaro e fare acquisti. Ora Google innalza l'offensiva all'universo bancario tradizionale con la promessa di consentire ai suoi utenti di avere conti bancari a partire dal prossimo anno.
Poi di nuovo, quando Apple inaugura il suo documento, deve necessariamente incontrarsi con un gigante dello stesso mondo in cui punta a entrare, come Goldman Sachs. E, per diventare una banca, Google sceglie come partner per il suo progetto - nome in codice "Cache" - Citigroup insieme a un piccolo finanziatore dell'Università di Stanford. A dire la verità, Amazon, già presente nel credito commerciale con la divisione Lending, punta ad espandersi nell'area dei consumatori attraverso conti correnti, ma sta ancora negoziando con potenziali banche partner.
Non vi è dubbio che i due mondi - quello dei servizi finanziari come abbiamo saputo finora e che la Big Tech che ha la sua più grande fonte di affari nella monetizzazione dei dati personali - sia allo studio in una fase di grande trasformazione del settore.
Il progetto Libra ha dimostrato che senza l'approvazione delle autorità finanziarie, le ambizioni di Big Tech nel settore bancario rischiano di avere una vita breve. Ma non c'è dubbio che lo stesso piano di Facebook per la propria criptovaluta che funge da architrave di un sistema finanziario globale più efficiente e inclusivo ha avuto il merito di mettere il dito nella piaga.
Nonostante tutto, esiste una larga parte della popolazione globale ancora esclusa dalla bancarizzazione e dall'accesso al credito. Bitcoin e altre criptovalute popolari possono essere una soluzione e progetti in valuta digitale di diverse banche centrali lo dimostrano: la BCE ci sta lavorando, ma la prima potrebbe essere la Cina, il grande nemico dei bitcoin che sarebbe pronto a lanciare la propria criptovaluta alla fine dell'anno.
La nuova direttiva europea PSD2, ora pienamente operativa da alcuni buoni mesi, ha offerto basi regolamentari uniformi per una nuova era in cui i partecipanti possono scambiarsi ruoli in modo molto agile: le piattaforme bancarie aperte che sono anche sviluppate in Italia offrono API , software che consente a varie reti di comunicare, consentendo funzioni bancarie complesse in breve tempo.
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