Una chiacchierata con Giuliano Pierucci, esperto nel campo della blockchain e delle criptovalute in Italia e fondatore di B2Lab e 2Advise, che ha esposto la sua visione attuale del panorama cripto italiano.
Dopo aver intervistato ieri il “famoso” Luca Dordolo, in arte GavriloBTC, oggi è la volta di un altro personaggio molto conosciuto, con esperienza internazionale nel settore: Giuliano Pierucci. Fondatore di B2Lab, Presidente ABIE, Dottorato in Ingegneria, Certificato MIT FinTech, nell'industria Blockchain dal 2015, ha elaborato una visione chiara della scena sia internazionale, sia italiana.
Secondo Pierucci, l’Italia ha molto da recuperare rispetto ai paesi più avanzati nel campo:
Mi occupo di tecnologia blockchain da diversi anni e conoscendo bene il contesto internazionale mi sento di dire che in Italia siamo due/tre anni indietro rispetto ad altri numerosi paesi: USA, UK, paesi del Far East, ma anche Svizzera e altri paesi UE. Basti pensare al fatto che l’Italia ha aderito al Blockchain Partnership Declaration solo a Settembre 2018 come 24esimo paese su 28 e dopo che come professionisti attivi nel settore abbiamo evidenziato questa assenza e sollecitato.
La situazione non è assolutamente positiva. C’è molto svantaggio da recuperare partendo dalla formazione e dalla capacità di analisi funzionale e architetturale per integrare i plus della blockchain nei processi operativi industriali e organizzativi e finendo allo sviluppo sw sui vari protocolli.
Va metabolizzato il fatto che tecnologia blockchain non è solo criptofinanza ma dati, informazioni e processi sicuri e certificati.
Occorre tuttavia aggiungere che nel secondo semestre si è avuto un cambiamento positivo. La politica ha mostrato maggiore attenzione per questa tecnologia e le sue applicazione, a partire dalla criptofinanza. Le aziende, il mondo accademico e le professioni hanno avviato molte iniziative per ‘capire meglio’ e realizzare dei casi d’uso effettivi.
Riguardo la scarsa penetrazione della Blockchain in Italia, Pierucci conferma la paura e lo scetticismo come fattori di fondo, oltre alla difficoltà a prendere confidenza con gli strumenti tecnologici, i wallet, e le necessarie misure di sicurezza:
Di fondo esiste ancora tanta paura e scetticismo verso questi strumenti. I motivi sono diversi.
Occorre risolvere il tema della custodia di questi asset. Le notizie negative che a volte arrivano in merito ad hackeraggi e utilizzi impropri delle criptovalute sono elementi che ostacolano.
La criptovaluta ancora non è vista, in generale, come mezzo di pagamento a causa della sua volatilità mentre è vista come strumento di investimento: questa situazione avvicina alcuni ma allontana altri.
Altro fattore è la complessità nella gestione di wallet ed exchange che a noi addetti ai lavori può sembrare semplice ma che per maggior parte della popolazione risulta ancora ostica e complicata.
Riguardo le sfide per rimettere il paese in pari con il resto del mondo industrializzato, l’Italia ha le carte in regola:
Il nostro paese comunque è ricco di intelligenze e competenze che anche in questo settore non hanno nulla da invidiare agli esperti internazionali!
Dobbiamo ribaltare l’attuale paradigma che vede iniziative italiane implementate all’estero dove è più facile trovare investimenti.
Dobbiamo regolamentare in modo semplice ma efficace la tokenizzazione che darà strumenti alternativi di finanziamento di progetti e, insieme alle misure prese dal governo nella legge di bilancio 2019, può essere un volano positivo per l’economia italiana e non solo per il settore blockchain.
Dobbiamo avere una regolamentazione che indichi quando e come la tecnologia blockchain sia equiparabile dal punto di vista legale ad altri strumenti digitali già in uso.
Dobbiamo creare nuove competenze che aiutino i ‘decisori’ a capire quando e quanto la blockchain fa risparmiare sui costi, mettere in sicurezza i processi e migliorare la fiducia del cittadino/consumatore verso il brand, il prodotto/i servizi.
Come anche Dordolo ha evidenziato, Pierucci ribadisce che in Italia non mancano capacità e competenze:
In italia ci sono poli dove si trovano capacità e competenze di sviluppo software (smart contract, protocolli ecc.) molto interessanti; in particolare nelle zone Roma e Milano. Progetti e start up interessanti ci sono nei settori dell’IoT (Internet of Things), del tracciamento nelle filiere produttive e dei processi. Io stesso ho fondato nel 2015 una factory, la B2Lab, molto operativa che unisce la competenza tecnologica blockchain di dettaglio con la conoscenza dei processi operativi per portare valore aggiunto alle amministrazioni, alle aziende e ai consumatori. B2Lab fornisce Formazione, Consulenza e Smart Contract. C’è poi anche Bloki, una piattaforma già in campo e utilizzata da numerose realtà, anche italiane, per la gestione delle Identità, dei prodotti, delle catene di proprietà e della ‘storia’ dei beni e dei processi operativi.
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