Abbiamo fatto una chiacchierata con Luca Dordolo, uno dei primissimi imprenditori nel campo delle criptovalute in Italia, per conoscere il suo pensiero sulla situazione di questo settore in Italia.
Come abbiamo visto in un articolo di ieri, 27.12.2018, la situazione delle criptovalute e in generale della tecnologia Blockchain in Italia è “particolare”, e vede il paese indietro di un paio d’anni rispetto agli altri paesi più industrializzati del mondo.
Abbiamo fatto una chiacchierata con Luca Dordolo, in arte Gavrilo BTC, per capire cosa pensa di questa situazione e del futuro prossimo in Italia.
Luca Dordolo, Imprenditore 53enne nelle cripto dal 2012, primo ad aver installato Bitcoin ATM in Italia e a Malta, terzo in Europa, personaggio molto conosciuto nell’ambiente, rivela:
Esiste in Italia una carenza di 100000 esperti IT specialmente a livello sviluppatori, ho avuto grosse difficoltà a per trovare sviluppatori esperti con conoscenza e capacità di sviluppo su Blockchain.
Ci sono però punte di eccellenza come ad esempio uno degli exchange di criptovalute più vecchi, The Rock Trading, o il fondatore di InBitcoin nella “Bitcoin valley” italiana, ma non esiste, diciamo, un livello intermedio, e la popolazione, come hai ben inquadrato, è molto lontana dalle criptovalute, ma io direi proprio dal pagamento elettronico in generale.
Secondo l’imprenditore, l’Italia è un paese che subisce una burocrazia estremamente oppressiva, e questo spinge la popolazione a preferire le banconote e snobbare i pagamenti elettronici:
In nessun paese al mondo come in Italia ci sarebbe bisogno di conoscere le criptovalute e in particolare Bitcoin da parte della popolazione. Viviamo in un paese di “Polizia Fiscale”: l’Italia è un paese dove è quasi impossibile fare l’imprenditore a causa della fortissima tassazione e la burocrazia che soffoca qualunque idea e iniziativa.
L’italiano medio è uno dei più grandi risparmiatori al mondo, ma è affetto da un’ignoranza di base a livello di conoscenza finanziaria elementare. L’italiano in generale non sa gestire la propria ricchezza, e demanda la gestione ad altri. È questo che impedisce al momento la diffusione della tecnologia Blockchain fra la popolazione.
Ci sono però fatti incoraggianti che aiuteranno la penetrazione della tecnologia Blockchain fra la popolazione, dice Luca:
Assobit, fondata nel 2016, ad esempio, è un’associazione di “tutti” gli imprenditori nel campo della Blockchain. Un'altra buona notizia è che Di Maio ha firmato, appena un paio di settimane fa,il 17 Dicembre, l’ingresso dell’Italia in EuroMed-7, e la ricaduta immediata di EuroMed-7 è che è stato subito convocato un tavolo di una trentina di esperti nel campo dello sviluppo della tecnologia Blockchain che si ritroverà a Roma all’inizio del 2019.
EuroMed-7 è una ”alleanza informale” dei paesi del Sud Europa, composta da Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro e Malta che mira a promuovere politiche di rilancio economico dei paesi e far sentire la voce del Sud Europa.
L’Italia, è cosa risaputa, è presa in mezzo fra una burocrazia oppressiva e un fisco fra i più pesanti del mondo. Verrebbe da pensare che in queste condizioni la popolazione si interesserebbe di metodi per cambiare le cose, ma questo non avviene, perché? Prosegue Luca:
Forse il modo migliore per sbloccare la popolazione nei confronti delle criptovalute è incrementare le infrastrutture pubbliche.
Ad esempio in Svizzera con Bitcoin si possono pagare mezzi di trasporto pubblici e tasse. Diciamo quindi “ufficializzare”, in un certo senso, la legittimità di Bitcoin e di altre criptovalute come metodi di pagamento.
L'Italia ha sofferto, come anche altri paesi, ma in Italia particolarmente, una grossa diffusione negli ultimi tre anni, di schemi di Ponzi e simili basati su Bitcoin e altre criptovalute, che hanno minato ulteriormente la fama della blockchain in una popolazione già diffidente. Un altro modo per diffondere l'utilizzo potrebbe essere organizzare “mini conferenze”, come ad esempio happy hour con pagamento in Bitcoin, come ho visto fare a
Bitcoin City, o vere e proprie sagre, dove pagando con criptovaluta si possa ottenere un vantaggio economico. Queste secondo me sono misure che potrebbero smuovere la popolazione italiana, altrimenti molto refrattaria non solo alle criptovalute, ma in generale al pagamento elettronico.
L’italiano preferisce ancora le banconote, a causa della pressione fiscale, e non capisce che Bitcoin dà ancora più libertà.
Come ho detto, l’italiano medio è estremamente ignorante in materia di economia e non si rende conto che i contanti vanno comunque scomparendo e che, per quanto le criptovalute siano al momento ancora difficili da gestire, rappresentano comunque il futuro del denaro e soprattutto della libertà.
Dordolo prosegue evidenziando altri "miti metropolitani" sulle le criptovalute:
Ci sono anche altre due cose da far capire alla gente e anche alle istituzioni che fanno terrorismo mediatico: la prima è che le criptovalute non sono un mezzo conveniente per riciclare denaro Fiat, perché oltre al costo del riciclaggio si aggiunge il costo di conversione da e in Bitcoin o altra criptovaluta, la seconda è che da sempre le armi si sono acquistate in dollari, e i terroristi e i loro fornitori non hanno certo bisogno di Bitcoin come mezzo di scambio.
Secondo Dordolo, pur mancando una “via di mezzo” fra persone estremamente qualificate e mainstream estremamente disinteressato e ignorante in materia di blockchain e criptovalute, la ripresa dell’Italia in questo campo non tarderà ad arrivare:
Le teste le abbiamo. Ora, fra il miliardo stanziato dal governo nei prossimi tre anni come investimento per imprese nel campo della Blockchain e criptovalute e le idee che i nostri sviluppatori e imprenditori hanno, io credo che l’Italia si porterà avanti molto rapidamente. Direi che nel giro di un paio d’anni credo che l’Italia potrebbe arrivare a livello di altri paesi rappresentativi nel campo della tecnologia Blockchain.
Alla domanda di quali siano i progetti attuali più promettenti nel campo Blockchain, Dordolo ha ammesso che la situazione è molto magra:
Oggi non sono a conoscenza di molti progetti interessanti sviluppati in Italia, purtroppo. Posso nominare solo
Ripaex, del quale sono anche advisor, che reputo una delle iniziative più promettenti nel mondo delle criptovalute, perché dà la possibilità a chi vuole sviluppare nel mondo delle criptovalute, di creare delle piattaforme decentralizzate, ma connesse fra loro, per creare cambio tra criptovalute e in criptovalute.
Non sono a conoscenza di altri progetti fondamentali o innovativi con base in Italia, ma secondo me nel prossimo biennio le cose cambieranno.
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