La Blockchain per trasformare la filiera agroalimentare in Italia

Mar 11, 2020 at 09:08 // News
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Coin Idol
Blockchain agroalimentare in Italia

Da oltre un decennio ormai la blockchain viene utilizzata solo per Bitcoin (BTC) e altre criptovalute, l'Italia ha finalmente capito che può avere innumerevoli applicazioni. Questo è possibile grazie alla sua stessa natura. 

La Blockchain è in realtà una tecnologia informatica che consente di archiviare e conservare le informazioni in modo innovativo rispetto a ciò che è stato fatto finora.

Per anni sono stati utilizzati database in cui le informazioni possono essere sovrascritte, con due limiti: in primo luogo, i dati possono essere "manomessi" ma sembrano ancora essere veri; al contrario, la cronologia si perde con ogni sovrascrittura. Con la blockchain, invece, le informazioni vengono scritte su blocchi chiusi con una chiave crittografica in modo che non siano più sovrascrivibili ed è necessario creare un nuovo blocco per ogni aggiornamento. Da qui il suo nome, catena di blocchi.

Massima sicurezza

Inoltre, questi blocchi non vengono salvati in un singolo computer, ma duplicati in centinaia di computer indipendenti sparsi in tutto il mondo che funzionano anche come "validatori", ovvero certificano la validità delle informazioni contenute in ogni nuovo blocco. In questo modo le informazioni scritte in blockchain sono permanenti e inalterabili, offrendo la massima garanzia di trasparenza e veridicità di ciascun dato.

In tutte le attività in cui ci sono così tanti partecipanti che contribuiscono alla cronologia di un articolo o prodotto di dati, è sufficiente manomettere le informazioni di uno di questi per invalidare l'intero processo.

Per evitare questo rischio, è necessaria una garanzia, che può essere data dalla tecnologia dirompente. Tra le varie applicazioni che stanno emergendo, quella più presente che mai e tangibile nella vita di tutti i giorni è la tracciabilità degli alimenti per garantire la qualità degli alimenti sul tavolo dei consumatori.

La maggior parte dei prodotti alimentari, anche quelli più naturali, passa attraverso molte mani prima di essere consumati: il produttore, un primo trasportatore, il trasformatore, l'imballatore, un secondo trasportatore, il commerciante all'ingrosso, un terzo trasportatore, il commerciante in dettaglio e in alcuni casi anche un quarto trasportatore: consegna a casa o in ufficio.

Galvanizzare l'industria alimentare

È sufficiente che solo uno di questi attori falsifichi la data di produzione o modifichi la temperatura di conservazione in uno dei tanti passaggi, che un prodotto diverso sul tavolo provenga da quello a cui il consumatore crede di avere accesso. Questo non può più accadere se viene applicato all'intera catena di approvvigionamento, o almeno ai passaggi con un rischio maggiore di frode, una traccia registrata nella blockchain.

Il primo grande operatore di distribuzione alimentare a imporre ad alcuni dei suoi fornitori questo sistema è stato il gruppo Carrefour, che già nel 2018 offriva il primo pollo blockchain certificato e ora ha esteso la certificazione agli agrumi, alle uova e a vari altri prodotti, incluso il cibo per bambini. Per il consumatore, il sistema è molto semplice, basta scaricare un'app sul tuo telefonino con cui scansionare le etichette degli alimenti per imparare l'intera storia.

Quando si parla di prodotti tipici italiani, non si può dimenticare il vino. Anche in questo settore sta iniziando l'adozione della catena di blocchi. Tra i primi a muoversi c'è il gruppo Ruffino che ha implementato in alcune produzioni il sistema My Story, sviluppato da Dnv Gl - uno dei leader mondiali nelle certificazioni - grazie al quale un codice QR sull'etichetta mostra l'intera storia del prodotto .

Protezione dei consumatori e dei produttori

Tuttavia, nel settore agroalimentare non esiste solo la protezione del consumatore finale, ma anche quella delle società di trasformazione. Basti pensare a un frantoio che prevede di acquistare olive italiane e lo scrive sull'etichetta, solo per scoprire che provengono dall'Africa orientale.

Ecco le origini certificate, un'azienda nata dalla volontà di tre importanti aziende attive nella valorizzazione dell'olio italiano nel mondo, sta sviluppando un sistema di garanzia su questa catena di prodotti con la collaborazione di Oracle. Questo tipo di innovazione non coinvolge solo startup innovative. Anche i grandi giganti alimentari stanno già imponendo ai loro fornitori l'obbligo di tracciabilità nella blockchain.

Tra i primi progetti di questo tipo c'è quello di Barilla, che in collaborazione con IBM ha sviluppato un progetto pilota per garantire la fornitura di basilico fresco italiano per la preparazione delle sue salse pronte.

Dopo decenni di Internet of Things, siamo già nell'era della Blockchain of Things e giunge logicamente a prevedere che molte altre aree di business si apriranno in futuro, quando questa tecnologia mostrerà pienamente il suo potenziale rivoluzionario.

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