Una cosa che è probabilmente più importante di quanti pensano, e più difficile e costosa da portare avanti, è l’”evangelizzazione” della popolazione nei confronti delle criptovalute. Ormai, nella parte più tecnonlogica della popolazione Bitcoin e le criptovalute sono conosciute, e tutti hanno preso la loro posizione. Ma per accelerare l’ingresso nel mainstream serve un impegno dedicato.
Tutte le nuove tecnologie, destinate a rivoluzionare uno o più aspetti della vita quotidiana di gran parte dell’umanità, hanno sempre incontrato una grossa resistenza da parte del mainstream, ovvero la massa della popolazione.
Per esempio, successe con l’automobile, quando le popolazioni delle grandi città USA stavano iniziando ad avere problemi di igiene e salute dovuti alle deiezioni dei cavalli, che ormai ammorbavano e appestavano continuamente tutte le strade dei centri urbani.
Eppure la gente si oppose all’idea di automobile, adducendo fattori come l’inesistenza di punti di distribuzione per la benzina e la limitata autonomia, oppure la puzza (sì, proprio la puzza dello scarico… a quanto pare erano ormai così tanto abituati al lezzo degli escrementi di cavallo da non farci più caso), e poi ci sarà stata sicuramente una componente di difficoltà nell’apprendimento della guida del veicolo.
Famosa la citazione attribuita a Henry Ford “If I had asked people what they wanted, they would have said faster horses.”, ovvero “se avessi chiesto alla gente cosa voleva, mi avrebbero risposto che volevano cavalli più veloci.”
L’automobile, al tempo, era un oggetto di cui la gente non aveva bisogno.
Eppure, eccoci qua, con quasi un’auto a testa e l’industria automobilistica fra le prime al mondo per importanza e mercato.
È curioso notare come oggi le stesse identiche motivazioni di ridotta autonomia e carenza di punti di distribuzioni siano addotte dagli scettici contro i veicoli a propulsione elettrica.
La Storia si ripete, l’umanità è sempre la stessa.
Un altro esempio valido è quello dell’aereo. Dopo il primo volo di successo dei fratelli Wright, passarono diversi anni prima che anche qualcun altro iniziasse a lavorarci, accettando che il volo di macchine più pesanti dell’aria era possibile, e dando il via così all’evoluzione tecnologica dell’aviazione. Gran parte dell’umanità ancora utilizzava cavalli, carrozze, e somari per muoversi, figuriamoci se immaginavano di volare! Una cosa che solo dei pazzi potevano fare. L'umanità non aveva bisogno degli aerei.
Un altro recente esempio di rifiuto di tecnologia rivoluzionaria è internet. Ci sono buone possibilità che chi oggi ha più di 50 anni, intorno al 1998, fosse estremamente scettico nei confronti delle potenzialità di internet, e l’abbia rifiutata.
“Chi vuoi che faccia un negozio online, la gente vuole vedere, toccare, prima di comprare”, “su internet non c’è nessuno”, “internet non serve a niente, è una cosa per ragazzini”, sono solo alcune delle frasi che mi son sentito dire quando, in quel periodo, proponevo l’apertura di negozi online.
Ancora nel 2005, in Italia la gente non aveva bisogno di internet.
Eccoci qua invece, oggi, ancora una volta, con una tecnologia di cui nessuno aveva bisogno, internet, che è diventata parte integrante della vita di quasi tutta l’umanità.
Una cosa importante da comprendere è che nessuna tecnologia emerge dal bisogno. Nessuno aveva bisogno di automobili, né di aerei, né di telefoni, né di internet, eppure tutte queste tecnologie sono diventate parte integrante delle vite di tutti.
Oggi, nessuno ha bisogno di Bitcoin, ma fra 5-10 anni o magari anche 20, tutti lo utilizzeranno.
La tecnologia emerge dalla volontà di migliorare le condizioni di vita esistenti, non dal bisogno. Per questo non ha senso utilizzare la motivazione del bisogno per supportare il proprio scetticismo nei confronti di Bitcoin.
Storicamente, fatto studiato ed accertato, una nuova tecnologia viene prima accolta da quella parte (ridotta) di popolazione di mentalità più aperta al cambiamento e, nel caso che la nuova tecnologia comporti qualche pericolo, al rischio.
Nella popolazione, una nuova tecnologia crea un boom di hype, dovuto anche ad aspettative irreali, che viene poi “velocemente” rimangiato a causa del fatto che l’opposizione del mainstream è un muro duro da abbattere, che richiede un suo tempo per essere sgretolato.
Si passa quindi a un avvallamento, un periodo di “disillusione” o delusione, che rallenta fortemente la diffusione della tecnologia. Chi però ha capito che la tecnologia è valida continua ad utilizzarla, favorendone comunque la diffusione, ma la penetrazione nel mainstream rimane comunque ridotta.
Bisogna capire questo: se una tecnologia è utile, questa continuerà la sua penetrazione nella vita sociale, a diversa velocità, ma senza fermarsi.
Successivamente, con il tempo, la tecnologia viene diffusa, infrastrutture vengono create, ed essa diventa parte della vita quotidiana di una quota sempre crescente della popolazione.
Ora, prendiamo spunto dalla Trilogia della Fondazione del caro vecchio Asimov, e ipotizziamo di essere di fronte a una crisi, una grossa crisi, ovvero la più grande crisi economica che l’umanità affronterà, e di ben sapere che questa crisi è là che ci attende.
Ipotizziamo, anche, di poter ridurre il danno che questa crisi porterà, tramite l’utilizzo di uno strumento innovativo che però non è diffuso né ben accetto dalla popolazione.
Non dovremmo noi, avanguardia del rischio e della lungimiranza, impegnarci a propagandare questo strumento, per accelerarne la diffusione e l’utilizzo e ridurre il periodo e gli effetti di tale crisi?
Sono pochi i personaggi che si sono prodigati per un’attività di “evangelizzazione” delle criptovalute a livello di mainstream, ovvero presso la popolazione al di fuori dei settori Finanza e IT. Uno dei più importanti in Italia a questo riguardo è Nicola Vaccari, fondatore e co-fondatore di diverse startup Blockchain oriented in Italia e creatore della Bitcoin Valley, in Trentino: l’area a più alto utilizzo Bitcoin rispetto al resto della penisola.
Nicola racconta la sua esperienza di evangelizzazione su Bitcoin:
Non è stato un lavoro di marketing o commerciale, è stato più un continuo parlare semplicemente con le persone che si incontravano tutti i giorni. Bitcoin è prima di tutto un cambiamento culturale e prima di parlare di Bitcoin è stato quasi sempre necessario parlare di cosa è il denaro, dal baratto alle monete fiat, prima di introdurre il concetto di Bitcoin.
I clienti (commercianti ed utenti finali), che nel 2015 erano solo alcuni utenti appassionati, si sono avvicinati e si avvicinano a noi perché trovano risposte e serietà, non solo proclami sensazionalistici ma tanta e profonda conoscenza tecnologica oltre all'esperienza pratica che anche grandi comunicatori in questa industria non possiedono, semplicemente perché l’ambiente attorno a loro non lo permette.
A tutt'oggi, Bitcoin è utilizzato ancora solo da una percentuale irrisoria di popolazione. Fra paura dell'ignoto, ignoranza informatica ed economica e scetticismo ignorante, l'italiano medio rifiuta i nuovi metodi di pagamento. Molti nemmeno vogliono saperne di carte di credito e simili.
Molti confondono Bitcoin con un sistema di pagamento alternativo a quelli attuali e basta. Aggiungiamo la pigrizia e il non aver voglia di approfondire anche minimamente la conoscenza verso il mondo che ci circonda, e la chiacchierata si ferma li. Spesso chi era scettico è poi tornato alla carica per capire ed approfondire. Dobbiamo renderci conto che siamo solo all'inizio di questa industria e quindi, parlando dell'opportunità di accettare Bitcoin in negozio, è del tutto normale che qualcuno voglia approcciarla subito ed alcuni attendano che i vicini l'abbiano testata a lungo, o che si aspettino che una certa percentuale di clienti la chiedano.
Per l'età invece, per mia esperienza, gli utenti vanno dai 20 agli 80 anni con una flessione attorno ai 55 anni (statistica personale senza pretese).
Sono stato invitato diverse volte in diverse zone d'Italia (Milano, Venezia, Roma, Trento, Trieste, Verona, Forlì, Arezzo e altre) per raccontare la nostra esperienza e spiegare questa tecnologia.
Il progetto “Bitcoin Valley” è nato due anni fa da inbitcoin (Ricerca e Sviluppo di prodotti e servizi su Bitcoin) e si è realizzato a piccoli passi attraverso un lavoro costante e congiunto con cittadini, commercianti, aziende ed istituzioni locali, dapprima nella città di Rovereto, per poi estendersi al Trentino Alto Adige ed in altre zone d’Italia.
I pionieri di questo progetto sono stati, con inbitcoin, proprio i commercianti di Rovereto che, con curiosità e passione, si sono lanciati nella sfida di vivere e raccontare l’avvento e gli sviluppi di una tecnologia che scardina le abitudini tradizionali per dare vita a mercati e possibilità nuove che a distanza di due anni sono in continua espansione e crescita.
La nascita, a dicembre 2017, della catena di negozi Comproeuro™, ha portato la “Bitcoin Valley” all’attenzione di media e giornali, ha richiamato turisti anche stranieri ed ha avvicinato le istituzioni.
La Bitcoin Valley è ancora una piccola realtà, se comparata all’economia del paese, ma è comunque la più importante in Italia.
Bitcoin Valley ha la più alta densità di esercenti che accettano Bitcoin in Europa
Da due anni vi è l’unico servizio pubblico in Europa, una mensa, dove si può pagare con Bitcoin
Mozione approvata (542/XV, Nov.2017) in Consiglio Provinciale per l’incentivazione all’utilizzo di Bitcoin
Rovereto, terza città italiana per densità di attività che accettano Bitcoin per abitante
Trento, prima provincia italiana per densità di attività che accettano Bitcoin per abitante
Trentino Alto Adige, prima regione italiana per densità di attività che accettano Bitcoin per abitante
Ma tutto questo non basta. L'evangelizzazione capillare più importante di quanto possiamo pensare. Ognuno dovrebbe fare la sua parte per insegnare e far capire ad amici, parenti e conoscenti perché Bitcoin è il denaro del futuro e perché è un vantaggio utilizzarlo da parte della popolazione stessa.
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