Finalmente il governo italiano si sta muovendo per dare l’avvio all’integrazione della tecnologia Blockchain nel pubblico e nel privato. Abbiamo intervistato due esperti, uno dei quali parte del “Blockchain Team”, per conoscere le loro opinioni sui possibili sviluppi del progetto.
Abbiamo visto in recenti articoli come l’Italia sia rimasta indietro rispetto agli altri paesi industrializzati nel settore della Blockchain e delle criptovalute. Mentre non vale la pena di stare con il fiato sospeso nell’attesa che qualche governo promuova l’utilizzo di criptovalute decentralizzate, molto si sta facendo in tutto il mondo utilizzando la tecnologia Blockchain.
Finalmente anche in Italia il governo ha avviato un progetto per spingere la tecnologia Blockchain nel paese. Il MISE, Ministero per lo Sviluppo Economico, ha raccolto un gruppo di 30 esperti nei settori Blockchain, legislativo e tecnologie innovative con lo scopo di pianificare la strategia generale di sviluppo, e dove e come applicare questa tecnologia nei servizi pubblici e privati con relativi strumenti tecnici e legislativi.
La tecnologia Blockchain, nata con il rilascio di Bitcoin esattamente 10 anni fa, il 9 gennaio 2009, è stata progettata principalmente per decentralizzare la produzione e la gestione della moneta. Cosa possono guadagnare quindi enti e istituzioni dall’implementazione di sistemi basati su Blockchain?
Umberto Tarantino, Solution Developer a Engineering Ingegneria Informatica Spa, azienda specializzata in prodotti per la PA e la finanza, co-fondatore di BlockchainEdu, ovvero Blockchain Education Network Italia, dice:
In Italia ci sono eccellenze nel settore Bitcoin/Blockchain, sia per individualità sia per startup e sia in generale per idee e progetti messi in campo.
Le call del Ministero dello Sviluppo Economico hanno riguardato due temi, due parole calde: Intelligenza Artificiale e Blockchain. La prima ha raccolto circa 200 application, la seconda oltre 400.
Per quanto riguarda la call sulla tecnologia Blockchain è importante capire cosa verrà fuori dal primo incontro. Solo dopo questo primo avvio ufficiale sarà possibile capire o immaginare quale possa essere l'approccio e la direzione che si vuole intraprendere. Sono fiducioso che possa uscire qualcosa di concreto e che si possa ben distinguere quali siano le eventuali strategie attuabili e applicazioni effettivamente percorribili e quali siano invece le proposte non attuabili o "off-topic", ovvero quelle fuori dal contesto della blockchain o lontane da una possibile applicazione.
Noi dell'associazione BlockchainEdu, eletta tra gli esperti blockchain, nella persona del presidente Lorenzo Giustozzi, non abbiamo posizioni precostituite, e crediamo che eventuali decisioni si possono intraprendere dopo il confronto e dopo aver analizzato i fatti e le effettive proposte sul tavolo. Se ci saranno proposte sensate, le appoggeremo, se si proporranno progetti in cui la blockchain non apporta nessun vantaggio, ne esporremo le criticità. In generale nell'ambito di decisioni governative si cercherà di dare l'apporto di conoscenza ed esperienza dell'associazione BlockchainEdu, maturato in più di 4 anni di attività, in modo da realizzare eventuali progetti in maniera compatibile con l'ecosistema blockchain.
Per Vincenzo Di Nicola, Co-CEO di Conio, startup partecipata delle Poste Italiane che permette a istituti finanziari la gestione e custodia sicura di criptovalute e asset digitali su tecnologie Blockchain, sono possibili grandi progetti se il Team e il governo agiranno con lungimiranza:
Il governo ha mostrato più volte interesse nel settore, e questa iniziativa ne è ulteriore conferma. Personalmente penso ci siano possibilità sia per blockchain permissioned che permissionless. Dipenderà molto dai casi d'uso individuati, e costi/benefici rispetto a soluzioni tradizionali.
Se poi avrà la lungimiranza di un orizzonte temporale di 10-20 anni, si potrebbero delineare linee guida per progetti davvero ambiziosi, sul modello americano della conquista dello Spazio negli anni ‘60, come ad esempio una criptovaluta nazionale con signoraggio distribuito tra i cittadini.
Riguardo le criptovalute più interessanti, Di Nicola mantiene Bitcoin fra le candidate a rimanere, assieme a Ethereum (o un suo successore che risolva il problema della scalabilità), e Monero per le sue qualità di privacy:
Da un punto di vista personale e ingegneristico, Monero e' la criptomoneta che più mi affascina. Comunità sviluppatori affiatata, aggiornamenti importanti rilasciati senza troppi problemi e roadmap chiara, atta a migliorare la privacy.
Ho poi molto rispetto per Ethereum. E' stata la prima a introdurre propriamente il concetto di smart contract, e ha aperto nuove frontiere (come nelle ICO, e in futuro STO). Presenta però problemi serissimi di scalabilità e gestione, e non escludo nei prossimi anni l'emergere di una "nuova Ethereum", che risolva architetturalmente alla base i problemi congeniti in Ethereum e sia più' efficiente.
Ovviamente Bitcoin, la criptomoneta che ha dato il via a questa era, si sta ritagliando uno spazio più affine a quello di oro digitale, con sviluppi al codice core più cristallizzati. La grande scommessa e' nel Layer 2 di Lightning Network, e quando sarà effettivamente pronto per l'uso quotidiano di massa.
Sembra che l’Italia sia finalmente ai blocchi di partenza per riportarsi in pari con le infrastrutture IT nella rivoluzionaria tecnologia Blockchain. In un articolo di prossima pubblicazione esamineremo il punto di vista di Mauro Conti e Tamara Belardi, altri due consulenti dei 30 selezionati per il Team Blockchain dal governo italiano.
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